Iniziative

Il direttivo incontra la C.O.F., Casa di Orientamento Femminile

Il 19 ottobre il Coordinamento ha incontrato i vertici dell C.O.F. “Casa di Orientamento Femminile” di Montano Lucino, consegnando nelle mani della Presidente sig.ra Ornella Gambarotta, l’assegno di beneficienza raccolto nella nostra Festa d’Estate 2017.

La Storia Della C.O.F.

La “C.O.F.” Casa di Orientamento Femminile “Maria Assunta” di Montano Lucino nasce nel 1957, da un’iniziativa di Adele Bonolis, come risposta al bisogno di accoglienza di ex prostitute che, dopo la chiusura delle case chiuse a seguito dell’applicazione della Legge Merlin, si trovano di fatto abbandonate a se stesse.

Attualmente la Casa si occupa del reinserimento sociale di ragazze in difficoltà, sia extracomunitarie che italiane, provenienti da esperienze di prostituzione o da disagio familiare.
Nei fatti la C.O.F. si pone come risposta al bisogno di ricostruzione personale e sociale di persone che, in gran parte non ancora maggiorenni, hanno vissuto esperienze di violenza e degrado della propria dignità al limite dell’accettabilità umana.
Attualmente accogliamo 17 minori e 15 donne maggiorenni (dove per “maggiorenne” si intende ad esempio la ventenne) per le quali l’ordinamento giuridico italiano non prevede alcun riconoscimento economico da parte degli enti preposti; la scelta viene compiuta consapevolmente dalla Casa, pur nel disagio
economico che ciò comporta, nella consapevolezza che la persona umana deve essere rivalutata indipendentemente dall’esistenza di un supporto economico che la accompagna.

“ Il principio fondamentale che crediamo di aver assorbito da Adele Bonolis è l’accoglienza alla persona: quello di cui ci preoccupiamo è di dare una casa alle donne che arrivano da noi, oberate di sofferenza. Non importa se non godono di nessuna retta…… diamo ospitalità e tutto il tempo necessario a riflettere sulla propria vita e a tirar fuori la voglia di ricostruirla. Ogni persona ha la sua storia, i suoi tempi, i suoi bisogni. Noi non mettiamo fretta a nessuno.

E’ vero che l’obiettivo finale è che ogni ragazza ritrovi la voglia di vivere autonomamente e pienamente; ma è vero anche che deve arrivare a questa decisione in piene forze, con una certa sicurezza.

Ogni ragazza ha bisogno di mettere alla prova la sua libertà e qui lo può fare, con la sicurezza che c’è qualcuno che l’aiuta a riflettere sulle sue scelte senza sostituirsi alla sua assunzione di responsabilità.” ( da un’intervista rilasciata da Marisa Russo ex direttrice C.O.F.).

La C.O.F. vive in gran parte anche sull’aiuto di persone che, colpite dall’esperienza, contribuiscono in modo concreto al funzionamento della casa anche attraverso donazioni.

Il tutto senza poter peraltro procedere ad inziative di divulgazione e conoscenza dell’esperienza in atto, in quanto la specifica tipologia di ospiti esposte a ritorsioni o anche minacce fisiche, obbliga alla riservatezza sulla presenza della struttura.